Sandro Pocar
Subito dopo l’uscita del Dlgs 626/1994, c’era bisogno di capire la portata di un decreto che aveva tutte le premesse per rivelarsi rivoluzionario e che si presentava come la naturale prosecuzione del Dlgs 277 del 1991.
Fu così che, nell’ormai lontano ottobre del 1994, a Milano, durante un convegno dell’Istituto Ambiente Europa, conobbi Sandro Pocar. Rimasi subito affascinato dal suo carisma e dai toni persuasivi con cui riusciva a spiegare l’argomento sicurezza in generale, e quel nuovo decreto di appena due settimane in particolare, interpretandone le linee generali e prevedendone gli sviluppi possibili. Inutile dire che quel decreto di fatto avrebbe cambiato la professione e letteralmente la vita di molti di noi presenti quel giorno.
Se torno con la memoria a quel giorno di ben 27 anni fa, il primo ricordo che mi si presenta è quello di un Sandro che afferma che “la 626 è un sistema di gestione della sicurezza”. Rivedo il suo fisico possente da rugbista in contrasto con i suoi modi pacati ed i suoi toni gentili. Risento la sua voce chiara, contraddistinta da quella cadenza friulana che non aveva mai perso e dall’intercalare antico tipico delle tre Venezie, in cui il perfetto italiano si alternava a qualche parola in dialetto, inserita in modo studiato e non casuale, a sottolineare una battuta, un gioco, un sorriso.
Sandro è stato uno dei primi nonché uno dei più importanti formatori d’Italia. Un pioniere nel suo settore e in un’Italia che sta lentamente lasciando il passo, ma che è giusto ricordare ed onorare. Con una carriera iniziata nel 1965 come Responsabile del servizio SAF (Sicurezza, addestramento e Formazione) nell’ immenso stabilimento della Bicocca di Breda Siderurgica e proseguita come Supervisor Safety and Plant Protection in Allis Chalmers, con incarichi anche negli USA ed in Australia, di cui ricordo gli attestati americani di Safety Trainer conseguiti nel 1969 appesi nel suo ufficio, Sandro torna a Milano nel 1974. Dopo l’iniziale periodo come trainer, diviene presto direttore di un istituto di formazione e di addestramento alla sicurezza per dirigenti e quadri che si rivelerà l’antesignano di tutti gli istituti di formazione nati e sviluppatisi nel corso degli anni successivi.
La lista dei corsi da lui pensati, progettati e svolti dalla metà degli anni Settanta del secolo scorso in poi è pressoché infinita ed abbraccia nei decenni successivi argomenti che, all’epoca, sembravano rivoluzionari: addestramento addetti e tecnici di sicurezza, formazione alla sicurezza per quadri e dirigenti, formazione specialistica alla gestione della sicurezza, formazione manageriale alla sicurezza, defensive driving (guida sicura). Altrettanto imponente la lista dei suoi clienti, impossibile citarli tutti: i grandi nomi dell’industria pesante italiana, tutto o quasi tutto il comparto petrolifero, l’intero settore bancario e automobilistico, una miriade di enti statali, molte organizzazioni di spicco del mondo associativo come Confindustria e CNA, gli devono qualcosa: Sandro ha insegnato molto e a molti, facendo della propria professione una ragione di vita.
Innovativo, quasi rivoluzionario nelle proprie convinzioni, nel suo particolare modo di parlare in pubblico, nella sua capacità di convincere migliaia di discenti dell’importanza, anche economica, del lavorare bene e del lavorare in sicurezza, ha segnato l’inizio di una nuova epoca in quell’Italia degli anni Settanta e Ottanta, in cui parlare di sicurezza era quanto meno difficile.
I percorsi contorti della vita mi hanno portato ad incontrarlo molte altre volte, sia nelle aziende in cui operavo che nelle fiere della sicurezza a cui partecipavo. Questo fino al 2015, l’anno in cui decise di ritirarsi a vita privata e di dedicarsi allo splendido nipotino. E, ad ogni nuovo incontro, si ripeteva la magia della prima volta e venivo nuovamente rapito dallo spettacolo comunicativo che Sandro mi regalava. Per questo adesso, insieme alla famiglia Pocar e a tutti coloro che hanno amato e stimato Sandro, anch’io non posso che piangere la perdita di un grande professionista e di un grande uomo, di un campione di coerenza nel lavoro come nella vita quotidiana, prevedendo il vuoto immane che la sua scomparsa lascerà in tutti noi e nel nostro mondo che, mi permetto di dire, da oggi è impoverito di una figura di esemplare spessore, ma al contempo arricchito dell’immensa eredità che essa ci ha lasciato.
Cos’è il successo nella vita? Chi ha veramente successo? Il pensatore inglese Walter Pater (1839 – 1894) scrisse: «Il successo nella vita è bruciare sempre di continua passione, mantenendo questa estasi».
Sandro l’ha fatto. Ciao Sandro.
Massimo Valerio – Istituto Ambiente Europa - Milano